Un’antica tradizione artigiana quella dei tronchi fioriere che rallegra di colori le strade e le piazze dei nostri villaggi alpini
Non sappiamo e forse nessuno sarà mai in grado di dircelo, dove e quando per la prima volta un boscaiolo fece di un tronco una fioriera; fatto sta che, quando si lascia la pianura per addentrarsi nelle valli che portano alla cerchia alpina, una delle cose che più allieta gli occhi è la visione delle fioriere in tronco, poste dai Comuni ad abbellire i marciapiedi e le piazze o usate dai privati per dare un tocco di colore ai cortili ed alle terrazze.
Se una distinzione fra i tronchi fioriere può essere fatta, è fra quelle con la corteccia, più comuni verso la parte orientale delle Alpi e quelle senza, più comuni nella zona occidentale.
Come si realizzano i tronchi fioriere
I tronchi vengono scortecciati col coltello a due manici, attrezzo che si usa anche per scavare la sede per i due tronchetti trasversali che, opportunamente piallati col coltello, faranno da sostegno alla fioriera.
Lo scavo del tronco si fa rapidamente con una motosega ed è sorprendente vedere come quest’attrezzo, solitamente usato per lavori pesanti e grossolani, riesca, manovrato con una buona dose di disinvoltura (che non consigliamo ai neofiti), a scavare i tronchi esattamente di quel tanto che occorre, lasciando un vano così regolare che il successivo lavoro di pareggiamento delle testate e delle superfici richiede solo pochi ben assestati colpi d’ascia.
Chiodi e bulloni. Il tronco scortecciato tende a fendersi; può essere perciò necessario cerchiarne le estremità con una robusta reggia metallica fermata con un bullone da stringere quando, col tempo, il legno diminuirà di volume. Quattro grossi chiodi fissano i piedi al tronco e danno l’ultimo tocco alla fioriera. Anche riempite direttamente di terra, queste fioriere non marciscono e durano per anni.