Formato da una semplice base di legno, due vetri e una pinza, si può costruire con o senza macchine da falegnameria
Con quel contorno così trasparente, l’immagine sembra perfino un po’ sospesa nel vuoto e assume ancora più risalto: non c’è davvero paragone rispetto ai portafoto da tavolo tradizionali.
Tra l’altro, questo portafoto ha dalla sua anche il fatto che, pur prevedendo una base di legno, può essere costruito in proprio con estrema facilità, anche da chi non è avezzo ai lavori di falegnameria. Già, perché tutto si riduce a ricavare in un listello una gola con larghezza e profondità adeguate ad accogliere una coppia di vetri affiancati. E questo si può ottenere anche, anziché per asportazione, per aggiunta, cioè incollando assieme tre listelli scelti della sezione e del profilo opportuni.
I vetri, che qualunque vetraio taglia a misura (alla larghezza della foto occorre aggiungere almeno 10 o 20 mm per lato come contorno trasparente e all’altezza oltre a quelli un valore pari alla profondità della gola) e mola lungo i bordi, hanno di solito spessore dai 3 mm in su.
Quindi la gola dovrà essere larga 6 mm, meglio se appena appena abbondanti.
Quanto alle altre misure, siccome è raro esporre su un tavolo un’immagine molto grande, indicativamente una base con sezione compresa tra 25×30 e 30×40 mm basta e avanza. Per reggere i vetri in verticale con assoluta sicurezza sono senz’altro sufficienti 10 mm di profondità nella gola.
Chi ha una sega circolare, ma non una fresatrice, può aprire la gola anche con quella, aiutandosi con una guida parallela e facendo due o tre passate fino a ottenere la larghezza giusta.
Per ammorbidire gli spigoli ci si può anche limitare a un semplice smusso ottenuto a raspa o anche solo a carta vetrata, oppure piallarli un po’ con un attrezzo manuale e regolarizzare poi il profilo con un abrasivo, prima grossolano poi più fine.
Chi dispone della fresatrice probabilmente non ha bisogno di spiegazioni, perché sa già come usarla, ma se l’ha appena acquistata forse è bene sappia che deve lavorare sempre e solo uno spessore, una profondità o una larghezza modeste, altrimenti brucia il legno o, peggio, si blocca.